Tickers mammole.it
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martedì 19 agosto 2014

La foto

Ieri pomeriggio nonnamanager si è presentata a casa con un pensiero per me: una foto in una cornice che risale a tantissimi anni fa, perché io avevo solo quindici anni.
E' uno di quei cimeli recuperati della casa dei pioppi, destinati a riapparire ancora per molto tempo.
Mi ha fatto uno strano effetto rivederla, mi ha riportato alla mente diversi ricordi...alcuni belli, alcuni brutti.
Mio padre è figlio unico (poiché ha perso due fratelli in giovane età a causa della distrofia muscolare) ed io sono stata la prima nipote per parte paterna.
Si narra che quando nacqui ed a mia nonna fu comunicato che ero una femminuccia lei abbia risposto, forse delusa: "Non tutti i mali vengono per nuocere".
Questa donna abituata ad essere la sola regina nel suo mondo di maschi, ha poi scoperto le gioie di avere una nipotina; e si è molto affezionata a me, forse anche perché porto il nome di uno dei suoi due figli scomparsi.
Crescendo ho sviluppato la convinzione che per grandi sofferenze le persone diventano o particolarmente buone o particolarmente cattive; mia nonna apparteneva alla seconda categoria.
Non avevo neanche cinque anni che lei aveva preso la fissazione di dovermi adottare: mi voleva tutta per lei e mi ripeteva cose assurde e abbastanza orribili da dire ad una bambina, soprattutto così piccina:
"Non vedi che tua madre ti tratta male?! Ti rimprovera sempre, non ti vuole bene come me! Con me saresti felice, ti tratterei come una principessa...ti voglio adottare, voglio essere io la tua mamma!"
Io mi disperavo, le rispondevo che non era vero che mia madre non mi volesse bene!
Finché un giorno mi confidai con nonnamanager. Lei nascose bene la sua ira, mi disse solo che nessuno poteva adottarmi senza il suo consenso, di non aver paura a rispondere a mia nonna quello che sentivo e mi rassicurò sul suo affetto.
La visita successiva (noi ci eravamo già trasferiti in un'altra regione per motivi di lavoro, trascorrevamo parte dell'estate lì da lei e le ferie natalizie), al solito discorsetto della nonna scoppiai in un pianto dirotto e le urlai che non volevo essere adottata da lei, non volevo essere adottata da nessuno, stavo bene con i  miei genitori e che era lei a non volermi bene a parlarmi male della mia mamma. Infine la minacciai di raccontare tutto a papà.
Non si azzardò mai più a parlarmi nello stesso modo in cui aveva fatto fino ad allora.
Oggi so che non era una persona perfettamente in sé, qualcosa dentro di lei si era spezzato irrimediabilmente, qualche meccanismo nella sua testa si era inceppato definitivamente. La mia rabbia si è trasformata in compassione. Ma una bambina che vede i suoi genitori soffrire a causa di un qualcuno, fosse pure una nonna, non riesce ad amarlo, a perdonarlo, a guardare oltre.
Così son cresciuta, sono arrivati prima una sorellina poi un fratellino a farmi compagnia.
Eppure avevo la certezza interiore che lei avesse una passione solo per me...e la cosa mi faceva imbestialire ancora di più! Non concepivo che non volesse bene a tutti e tre nello stesso modo! Poi questo suo attaccamento finiva sempre col ricordarmi la storia dell'adozione, mi metteva ansia anche da grande.
Un'estate, avevo appunto quindici anni, trascorsi un paio di settimane dalla mia adorata zia O., che è stata davvero una seconda madre per noi, e che purtroppo abbiamo perso qualche anno fa...
Un amico di mio padre, appassionato di fotografia, volle farmi delle foto. Mi agghindai e mi misi in posa sul terrazzo di zia, che abitava non molto distante da mia nonna.
Le due si frequentavano, si scambiavano delle visite; pertanto quando ripartii e le foto furono sviluppate (a quei tempi ci volevano secoli per avere le foto), mia nonna si trovò giustappunto a casa di mia zia: approfittando di una sua distrazione, di nascosto si infilò in borsa quella che le piaceva di più.
Dopo diversi anni la foto ricomparve incorniciata sul mobile del salone della casa dei pioppi.
Ma io me la ricordavo bene e le chiesi:
"Come fai ad avere questa foto?"
"L'ho rubata! Mi piaceva tanto!"
"Nonna, bastava che me la chiedessi! Te ne avrei potuto dare quante ne volevi, quelle che volevi..."
"...."
"Allora dobbiamo trovare altre due foto belle di mia sorella e mio fratello, così potrai guardare tutti e tre quando non ci siamo"
Le foto sono state trovate, ma mai esposte. Sul quel mobile c'ero solo io. Odiavo quella foto, odiavo il fatto che mi ricordasse la fissazione e la follia di mia nonna.
Ho pensato se tenerla o no. Ho pensato di cambiarle cornice. Ho pensato chissà quante altre cose compariranno, alla fine mi toccherà scrivere un libro su di lei proprio come mi chiedeva sempre!
Alla fine l'ho tenuta, cornice e tutto.

2 commenti:

  1. La nostra storia è un groviglio di eventi, di persone, di incontri, di momenti belli e brutti. E' la nostra storia e ci fa diventare quelli che siamo.
    Un abbraccio

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    Risposte
    1. Certe volte ho la sensazione che alcune questioni siano ancora sospese, che alcuni eventi non abbiano trovato conclusione (neanche con la morte). Mi sembra di vedere segni laddove magari ci sono solo coincidenze. Come la nascita della bambolotta...il giorno dell'onomastico di mia nonna, giorno in cui mi pare che lei stessa fu registrata all'anagrafe pur essendo nata un paio di giorni prima.
      Un abbraccio a te...mi sei mancata in questo periodo di ferie senza connessione

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