Tickers mammole.it
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domenica 15 giugno 2014

Il perché

Ho iniziato a tenere un diario all'età di dieci anni.
Cosa ci sia da scrivere a quell'età neanche lo ricordo con precisione, ma ricordo bene il bisogno di riempire una pagina bianca ed immacolata.
Scrivevo qualcosa tutti i giorni; spesso anche più volte al giorno. Rileggevo di rado.
Con il tempo credo di aver capito che ciò che mi spinge a raccontare la mia vita è la paura di perdere i ricordi...e finché i miei ricordi sono vivi non sento il bisogno di rileggere le mie pagine.
Ho accumulato scatoloni e scatoloni di agende, dalle più piccole alle più grandi, di ogni tipo e forma: gran parte erano in cantina a casa di nonnamanager, alcune negli armadi, altre nei cassetti...
La prima volta che ne ho buttate è stato all'università: era finita la mia prima storia d'amore, tormentata ed infelice; ci ho impiegato mesi a liberarmi della presenza ossessiva di un ex che non si voleva rassegnare a lasciarmi andare: ho cambiato paese, ho trasferito il mio corso di studi, ho lottato con tutte le forze per rifarmi una vita.
Quando finalmente ho avuto la certezza che quel capitolo della mia vita fosse definitivamente concluso, ho preso tutti gli scritti degli ultimi cinque anni, incluse le sue lettere, e mi sono piazzata davanti ad un gigantesco bidone: inizialmente strappavo le pagine con rabbia, le riducevo in mille pezzi...poi ho capito che non dovevo perderci ancora tempo, quegli anni andavano dimenticati in fretta, non c'era da crogiolarsi neanche per sfogare il rancore.
Non ho mai sentito il bisogno di nascondere i miei diari: in famiglia mi hanno insegnato il rispetto per tutto ciò che riguarda la sfera personale dell'essere umano. E' un concetto molto radicato nella mia educazione al punto di non riuscire a concepire un comportamento diverso neanche dagli altri.
In parte credo di averlo espresso in un post di qualche tempo fa.
Poi ti capitano cose che stravolgono le tue certezze.
Una decina d'anni fa nonnamanager mi affrontò brutalmente, chiedendomi quale fosse il segreto della persona a me più cara al mondo.
Aveva letto il mio diario...proprio colei che mi aveva insegnato il rispetto per gli altri!
E proprio io, così attenta a mantenere per me ogni più piccola confidenza, involontariamente ero nella situazione di aver tradito la fiducia di qualcuno che si era fidato di me!
Non ci sono più miei diari da leggere. Non esiste più nessuna pagina. Il rapporto con nonnamanager è una tazza sbeccata.
Quel giorno ho giurato che non avrei scritto mai più.
Poi sono arrivati i blog e la possibilità di restare anonimi; è arrivata una figlia alla quale non nasconderei nulla e alla quale vorrei donare i ricordi della sua infanzia, freschi come se li vivesse da adulta.
Oggi sono una madre ed una donna che sicuramente sarà diversa fra dieci anni o venti: io conosco lei a la sua vita dal suo primo respiro e vorrei che anche lei possa conoscere me, se stessa e la sua vita fin d'ora.

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