Tickers mammole.it
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martedì 11 marzo 2014

Parto 3

L'ho guardata e riguardata, lì nel telino verde, sulla mia pancia a dimenarsi e piangere come un'ossessa. Qualcosa non mi quadrava...eppure sembrava che avesse tutto a posto: ho persino contato le dita delle mani e dei piedi. Poi me l'hanno portata via per diverse ore; doveva restare sotto controllo e fare delle analisi particolari poiché poteva aver inspirato del meconio.
Nel frattempo ho capito cosa non andava: non la riconoscevo.
Non è che fossi mai riuscita ad immaginarla, ma inconsciamente ero certa che sarebbe stata simile alle mie nipotine alla nascita: chiare, con i tratti delicati, senza capelli.
Invece aveva la faccia di nonnodivano ed una marea di capelli neri.
Non sembrava affatto mia figlia, sembrava figlia solo del Fatalista!
Non ero abbastanza lucida per preoccuparmi che corresse qualche rischio di salute, eppure mi mancava terribilmente, chiedevo di lei in continuazione: con la pancia ormai svuotata sentivo il bisogno fisico di stringerla a me.
Timidamente chiesi: "Quando posso chiudere le gambe?"
"Seeeee, stiamo ancora all'inizio figlia mia! Porta pazienza..." mi rispose l'ostetrica (in un modo che mi sembrò criptico solo perché ero ignara che l'espulsione della placenta è un altro mezzo parto).
Io, da sempre terrorizzata dall'episiotomia, non mi sono neanche accorta che mi era stata praticata finchè il dottore non mi ha gentilmente avvertita che mi avrebbe fatto un po' di anestesia per mettere i punti.
Sono stata coraggiosa perché credevo che mio marito fosse sempre alle mie spalle e non volevo mostrarmi debole; solo dopo ho scoperto che aveva seguito la bambolotta, lui non era con me!
Forse mi sarò anche appisolata nelle ore successive, non so.
Il ricordo più vivido che ho, dopo il viso tondo e perfetto della mia bambina, i suoi occhi a mandorla e la boccuccia a cuoricino? Un'infermiera che armeggia con il mio polso...mi mette un braccialetto rosa...metto a fuoco e leggo "Xxxxxx madre di Yyyyy".
Madre...madre...MADRE...finalmente scoppio a piangere.

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