Tickers mammole.it
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lunedì 3 marzo 2014

Aspettando...

La gravidanza della bambolotta è stato come vivere in una bolla di sapone.
Ho vissuto l'incantesimo delle favole, con il tempo che sembra dilatarsi all'infinito finchè all'improvviso, quando meno te lo aspetti, la tua piccola bolla di sapone scoppia e ti ritrovi in travaglio, che tu sia pronta o meno a diventare mamma.
I primi giorni, alle prime ecografie, ero un po' scettica: vedevo questo piccolo cece che sembrava troppo fragile per affrontare nove lunghissimi mesi.
Improvvisamente, dopo poche settimane, quel cece ha assunto sembianze umane e ricordo perfettamente di aver pensato di essere vittima di uno stupido scherzo: non è che sul monitor mi trasmettono l'ecografia di un'altra donna nascosta nella stanza affianco?
Sono uscita dall'ospedale tutta intontita, un po' sconvolta, stavo finalmente realizzando quale miracolo della vita si stesse concretizzando poco sotto il mio ombelico...e il mio innamoramento per l'idea di diventare madre ha iniziato a canalizzarsi verso quel perfettissimo insieme di cellule pulsanti.
Sono sempre stata a riposo forzato, lo stesso ginecologo che aveva eseguito l'inseminazione era estremamente scettico. Non dimenticherò mai quando, finalmente entrata nel quarto mese gli chiesi:
"Ora posso stare più tranquilla, dottore?"
"Signora, lei non potrà stare tranquilla finchè non terrà in braccio il suo bambino!"
Ci rimasi malissimo; ma sentivo che il mio bambino era forte e che voleva nascere.
Nonostante le minacce d'aborto, le nausee, il mal di schiena, i bruciori di stomaco...io ero sempre felice. Il mio umore era sempre ottimo, non ho mai avuto alcun isterismo da ormoni (come è opinione comune sulle donne incinte).
Quando ho sentito la prima volta la bambolotta muoversi, mi sono rassicurata ulteriormente: non avevo bisogno dell'ecografia per saper che stava bene, finalmente la sentivo...rotolava sempre, giorno e notte!
Cercavo di immaginarla, ma non ci sono mai riuscita; il mio cervello non riusciva proprio a figurarsi un viso; vivevo una condizione mentale in cui credevo che sarebbe sempre stato così: io e la mia bambolotta sempre insieme, indivisibili...il momento del parto non sarebbe arrivato mai!

Mia nonna diceva che quando i figli stanno male vorresti rimetterli in pancia; è proprio così, finchè sono dentro di te, senti che non può accadergli nulla di male.

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